Finché la barca va
S3 E1 | Orietta Berti, pensaci tu, insegnaci a stare a guardare. Ho scoperto che la sua canzone più famosa parla anche di vino, oltre a fidanzati in Cina e grattacieli in Perù.
Ciao, io sono Giulia e questa è la terza stagione della Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti aiuta a unire i puntini nell’universo vino, un paio di bottiglie / canzoni / parole / vicende random / link al mese.
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🚀 Tu non remaaareeee
First things first: nel sondaggio dello scorso episodio, la maggioranza ha votato liceo classico e avete indovinato, ci tengo a sottolinearlo con l’orgoglio misto a imbarazzo di chi non ha ancora capito a cosa sia servito tradurre tutto quel greco.
A chi ha votato “scientifico”, va il mio più sentito ringraziamento per la fiducia, ma io e la matematica siamo due rette parallele che si incontrano solo quando non ho il telefono a portata di mano per usare la calcolatrice.
Veniamo a noi: sono qui con la mia amica Orietta che canta Finché la barca vaaaaa, lasciala andareeeee e non poteva esserci colonna sonora migliore.
Quante classifiche e liste di buoni propositi avete letto nelle ultime settimane?
Partendo da “I migliori momenti vini articoli case libri auto fogli di giornale del 2024” a “Obiettivi” o meglio “Life goals” - l’inglese ci sta sempre bene, fa molto international - oppure “New habits” per ottenere un* “better me” ovverosia una versione migliore di me nel 2025.
Io sono esausta, ve lo dico, mi sento già indietro, in ritardo, un po’ deficiente per tutto quello che non ho letto / mangiato / visto / bevuto / visitato, mi chiedo spesso quante ore ci siano nelle giornate delle persone che leggono 100 libri in un anno, forse non mangiano? Oppure leggono anche mentre mangiano? Aggiungiamo alla stanchezza mentale che sono pure reduce dall’influenza: questo anno è cominciato alla grandissima e io me ne sto qui a guardare.
Come canta la mia saggia amica Orietta:
Il grillo disse un giorno alla formica
"Il pane per l'inverno tu ce l'hai
Perché protesti sempre per il vino?
Aspetta la vendemmia e ce l'avrai”
In questa società votata alla performance è facile lasciarsi prendere la mano, organizzando nel dettaglio ogni nano secondo della nostra vita, con l’illusione di poter fare tutto; come per ogni cosa – che può essere rimpiazzata da un modello più recente e sulla carta chiaramente migliore – anche noi siamo sempre e solo prototipi in fase di affinamento. Un traguardo dopo l’altro, nemmeno l’illusione della gratificazione e via alla rincorsa del seguente. Di conseguenza, ogni inciampo è tragedia, ogni deviazione un fallimento, ogni cambiamento non preventivato la fine del mondo.
Possiamo scendere dalla ruota? Checché ne dicano, volere non equivale a potere, ma forse qualche secondo di quiete possiamo concedercelo, di tanto in tanto – e smettere di lottare contro quella che sembra essere una corrente imbattibile per vedere dove ci portano questi ingestibili flutti. Cosa succede nel mentre.
Perché invece di focalizzarci su quello che avremmo dovuto / potuto fare diversamente, non facciamo il giochino inverso? Facciamo la conta dei traguardi che abbiamo raggiunto senza rendercene conto, senza una bucket list ufficiale, senza scriverlo da qualche parte semplicemente avendo il coraggio di alzarci dal letto e vivere un altro giorno della nostra esistenza?
Comincio io:
da 1 anno scrivo due righe per riassumere le mie giornate
da 2 anni scrivo questa newsletter
da 3 anni faccio CrossFit
da 4 anni sono vegetariana
da 5 anni (con)vivo in una relazione stabile e ho un cane
Quindi, niente buoni propositi per me, per il 2025 — se non quello di vivere stati alterni di umore, circostanze variopinte tra avventure e noia, euforia e stanchezza, movimento e staticità, sorprese e comfort zone.
E ovviamente raccontarveli, con un calice di vino a portata di mano: entrambi con la dovuta moderazione.
🪐 Un vino a sorpresa
🍾 Il “Mirë” dell’Azienda Agricola Carlomagno | 50% Trebbiano, 50% Malvasia
🦞 Momento di consumo: l’amic* vostr* si sposa? Questo vino potrebbe farvi fare un figurone: chi l’ha detto che si brinda solo con le bollicine?
🎮 Per i miei wine nerd:
Dovete sapere che il trebbiano, senza un piccolo twist del viticoltore (o dell’enologo) tende a dare vini piatti come una tavola da surf. Cosa ha pensato bene di fare una larga fetta di produttori, in tempi recenti, per dargli “spessore”?
Macerazioni infinite sulle bucce (quel procedimento che da colore e texture più pronunciati al vino, ne abbiamo parlato spesso) che obliterano quel poco di carattere che può avere un trebbiano, col risultato di ottenere vini identici in Puglia come in Toscana. Quando mi sono resa conto che non avevo tra le mani un rosé, ma un orange, ho pensato: “ecco un’altra bella ciabatta con i tannini sparati a mille”
E invece la sorpresa: talmente delicato da sembrare davvero un rosé, con l’apporto della malvasia a dare un tocco di aromaticità a un vino snello, fresco, esile ma godibile e così gastronomico.
🎷 Fin che la barca va, Orietta Berti Spotify | YouTube (poteva essere altrimenti?)
Mi ha spiegato uno dei produttori coinvolti nel progetto che “Mirë” vuol dire “Buono come il vino”; le etichette di questa linea, particolarissime, sono opere dedicate alla comunità albanese che vive in Calabria.
Nello specifico, l’etichetta del Mirë rappresenta le “Vallja”, una danza popolare in cui giovani in costumi tradizionali ballano in cerchio.
☄️ Un comfort wine
🍾 Spumante “Marasco” Brut Nature di L’Archetipo | 100% Maresco
🦞 Momento di consumo: giunti ormai al 45 di Gennaio, è ideale per darsi un po’ di coraggio
🎮 Per i miei wine nerd:
La cantina in questione si chiama “L’Archetipo” ed è situata a Castellaneta, in provincia di Taranto – dove risiede quella che ormai considero la mia seconda famiglia.
Questo vino è prodotto a partire da un’uva autoctona pugliese, quasi andata perduta, recuperata dalla famiglia Dibenedetto: il Maresco. Le caratteristiche della Valle d’Itria, zona fertile e alluvionale, un tempo bacino idrico, la rendono l’habitat perfetto per la crescita di questa uva.
🎷 Fin che la barca va, Orietta Berti Spotify | YouTube (repetita iuvant)
Questo vino, in antitesi completa con il Mirë di cui abbiamo appena parlato, è uno dei miei comfort wine. Lo bevo spesso, almeno due / tre volte l’anno e mi piace da morire ghiacciato come aperitivo, ma anche un po’ meno freddo a tutto pasto.
Chiudo dicendo che i primi due vini dell’anno rispecchiano - casualmente - i miei non propositi per il 2025: ripetizione e improvvisazione, movimento e staticità, sorpresa e confortevole prevedibilità.
💫 ABC del vino
Cito una coetanea di Orietta Berti, ovvero mia nonna: “Oh Giulia, non lo sai? Basta chiedere”.
Le donne della mia famiglia si dividono in due fazioni: quelle che hanno paura di disturbare e quelle che a posteriori (forse) si scusano. Potrei mettere un altro amabile sondaggio ma vi spoilero che io faccio parte della prima categoria. Curiosa di conoscere quest’uva Maresco, ho interpellato direttamente la cantina su Instagram:
E quindi, paga del grande sforzo di questa interazione, vi riporto i principali punti del racconto della cantina stessa:
🍋 Il Maresco è un antico vitigno autoctono pugliese, in particolare della zona del Salento tarantino: ipotizziamo che fosse quasi stato dimenticato a causa della sua spiccata acidità, che un tempo non veniva apprezzata. Proprio per questa sua spiccata acidità - inusuale per un’uva cresciuta in un clima caldo come la Puglia - abbiamo deciso di valorizzarlo al meglio, vinificandolo come bollicina.
🤔 Dopo anni di sperimentazione abbiamo messo a punto un Metodo Ancestrale in autoclave: di partenza abbiamo il mosto fresco che fermenta (grazie al lavoro di lieviti rigorosamente indigeni) "a vasca aperta", quindi rilasciando all'esterno la gran parte della CO2 sviluppata nel processo di fermentazione; solo nelle ultime fasi la vasca viene chiusa, in modo da mantenere il naturale gas all'interno del contenitore ottenendo così la presa di spuma.
💡 La scelta dell'autoclave ci permette di monitorare il processo e soprattutto prendercene cura in maniera esclusivamente fisica (con il controllo della temperatura, batonnage o travasi) cosa che non potremmo esercitare se chiudessimo tutto in bottiglia lasciando andare così la fermentazione in maniera incontrollata fino al proprio termine.
Ho dimenticato di chiedere perché l’hanno chiamato “Marasco” quando l’autoctono si chiama “Maresco”. Ora vado a chiedere, ma intanto:
🪐 Ti sei mai chiesto come muovere i primi passi nell’esplorazione dell’universo vino senza quel tipico timore reverenziale?
Sto modellando la Guida Galattica per Enostappisti in un ciclo di serate dedicate alla scoperta del proprio gusto personale, un’introduzione al vino che non mira a formare futuri sommelier, ma bevitori coscienti: fare il primo passo e inaffiare il seme della curiosità per un approccio al vino consapevole.
🛰️ Update: Dopo una pausa forzata, a causa della vita che non sempre sorride, dei panettoni, delle pucce, dei panzerotti e dell’influenza, sto lavorando alla selezione dei vini per il corso e alla landing page con cui spero di comunicarvi prima o poi l’avvio ufficiale del progetto.
👉🏻 Ti andrebbe di darmi qualche consiglio o spunto per costruire questo ciclo di serate? Puoi farlo in 2 minuti (giuro) compilando il questionario che trovi aprendo questo link.
Colgo l’occasione per ringraziarvi: grazie a chi ha compilato il form, a chi mi ha scritto una mail o in DM su Instagram con commenti e suggerimenti. Siete preziosi.
🌒 Link molto belli
Un articolo molto discusso di Jamie Goode su certi vini apparentemente “non criticabili” e la risposta del blog italiano Intravino.
Un articolo molto interessante sul concetto di food trends scritto da
all’interno della sua newsletter “Gastrocene”.Il Post si interessa nuovamente di vino e consumi: ne parlano in questo articolo uscito qualche giorno fa.
In questo articolo invece parliamo del consumo (in crescita) di vini dealcolati.
Tra le altre cose, ai vincitori dei Golden Globes 2025 hanno regalato anche il vino più caro al mondo.
🌍 Q&A
Avete una domanda da farmi ma non avete Substack per lasciare un commento? Vorreste un approfondimento? Oppure consigliarmi una bottiglia di vino, o una cantina da visitare? Volete semplicemente fare due chiacchiere?
📨 Inviatemi una mail, mi fa sempre super piacere!
Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
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Ci sentiamo presto, ciao!
Mamma mia, il Marasco dell'Archetipo. Un salto indietro e un tuffo al cuore quando lo versavo a Pisa.
grazie!