Ciao, io sono Giulia e questa è la seconda stagione della Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti aiuta a unire i puntini nell’universo vino, un paio di bottiglie / canzoni / parole / link al mese.
🚀 Una intro in apparenza senza senso
Oggi celebriamo non uno, ma ben due traguardi raggiunti da questo piccolo spazio virtuale dedicato al vino e alla sua esplorazione.
Innanzitutto, la vostra non più tanto giovane ma sempre impavida padawan del vino ha superato il temuto esame di medio livello sul vino che ha preparato in due mesi chiedendo a sua nonna di accendere ceri in chiesa per la causa, imprecando per i ritardi di Trenitalia, correndo sul tapis roulant e ripetendo in tutti luoghi in tutti i laghi in tutti mari e l’universo: sto parlando del WSET 3.
Un esame in inglese che ha come oggetto le principali regioni vinicole del mondo, dura tre ore e prevede:
100 domande a crocette
4 domande aperte
Degustazione alla cieca di 2 vini (un bianco e un rosso)
In secundis: abbiamo superato quota 200 iscritti! So che nel mondo diggggital non è una cifra da capogiro ma, giusto per dirne una: se organizzassi una festa a casa mia per ringraziarvi, non ci entrereste tutti.
Grazie, grazie, grazie ❤️ senza il vostro passaparola a quest’ora saremmo ancora a quota 10 iscritti (me medesima declinata in sei indirizzi email differenti, più mio padre, mia madre, mio fratello e forse mia nonna? Tutti ovviamente iscritti a loro insaputa).
Potrete credere che sia un po’ vanesio da parte mia riportare questi piccoli traguardi e condividerli con voi.
La verità e che ho tentato fino alla fine di convincermi che fosse una sciocchezza parlarne. Al tempo stesso, però, ho pensato molto a tutto ciò che ruota attorno allo sminuirsi, in ogni ambito della vita, al ruolo che questo da sempre gioca nella mia vita, al fatto che i complimenti mi imbarazzano da quando sono bambina e, da allora, tento in ogni modo di schivarli.
Sono giunta alla conclusione che, per quanto possa essere faticoso, dovremmo tutti imparare a darci un amichevole pat pat sulla spalla più spesso: quante volte pensiamo di non essere all’altezza per poi renderci conto che lo siamo? Quando è stata l’ultima volta che abbiamo ammesso di aver fatto proprio un bel lavoro?
Quindi, se vi va: prima di iniziare la lettura di un altro mirabolante episodio di questa newsletter, prendetevi un attimo per farvi un complimento, proprio come ho fatto io oggi.
Breve inciso: l’intro originale di questo post doveva parlare del mio glorioso passato da giocatrice di pallacanestro. Ringraziate il WSET, avete schivato una bella pallottola.
Bando alle ciance: tanto per rimanere in tema “essere all’altezza”, togliamo le metafore di torno e parliamo di vigneti che sono davvero a grande altezza, in alta quota. Nel caso di alcuni vini l’altezza non è mezza bellezza… ma mezza salvezza, sì.
Rompiamo gli indugi: iniziamo!
🪐 Una bottiglia al supermercato
Uno dei miei vini feticcio, anche se con le altezze ha poco a che fare.
Wine Enthusiast nel 2021 l’ha messo sul podio dei propri 100 most exciting wines, ma se devo stare qui a spiegarvi che i premi (anche nel mondo del vino) lasciano il tempo che trovano, posso anche chiudere baracca e burattini.
Comunque: i bianchi del centro Italia sono stati storicamente bistrattati e sottovalutati, questo vino invece credo (se c’è una cosa che dimostra la classifica di Wine Enthusiast, è proprio questo) che sia conosciuto e apprezzato più o meno in tutto il globo terraqueo.
🍷 Il vino del mese è il Verdicchio dei Castelli di Jesi, di Villa Bucci | Verdicchio 100%
🍔 In abbinamento a un piatto non proprio estivo ma che domina le mie fantasie ultimamente: il ramen
🎮 Per i miei wine nerd: questo è il vino “entry level” della cantina, per saggiare al meglio il potenziale del Verdicchio - della stessa azienda - potrebbe essere interessante l’assaggio anche della Riserva.
Un bianco che fa 18 mesi in botti esauste di rovere di Slavonia: non viene ceduto al vino alcun tratto aromatico tipico del legno, ma viene garantita una micro-ossigenazione attraverso i pori dello stesso.
☄️ Una bottiglia in enoteca
🍷 Il vino del mese è Glacier di Cave Mont Blanc | Prié Blanc 100%
🍔 In abbinamento a una bella pizza, o una grigliata di pesce
🎮 Per i miei wine nerd:
Cave Mont Blanc è una cooperativa di produttori (un’ottantina ormai) che produce vini montanari, tra cui questo splendido Metodo Classico. Le uve utilizzate per questo spumante valdostano sono quelle di Prié Blanc, vitigno autoctono valdostano, che è in grado di resistere agli sbalzi termici e alle gelate che i quasi 1200 metri di altitudine -ove viene coltivato - comportano.
In quale altro modo l’altezza ha aiutato questo vino? La risposta è nell’ABC odierno.
🎷 Pink Floyd, San Tropez Spotify | YouTube | Apple Music | Amazon Music
Questo vino, con questa canzone, è l'equivalente dell'allentarsi la cravatta a fine giornata: via le scarpe, via la rincorsa del successo, della carriera, via inutili sovrastrutture: stappi con calma la bottiglia facendo eruttare il tappo con un sonoro POP invece del represso fizzzzzzzz che insegnano alla scuola per sommelier. Versi il vino e guardi le bollicine fini, eleganti, risalire dal fondo del calice verso l'alto, sempre più in alto, come se volessero spiccare il volo. Ti accasci sul divano, the sofa in san tropez e prendi un sorso: freschezza e liberazione. E poi frutta matura su un vassoio sotto al sole, a bordo piscina, l'aroma in lontananza di piccola pasticceria e pane appena sfornato: arrivano in sordina e si uniscono con grazia. Per un attimo ti sembra davvero di stare in piscina, le preoccupazioni alle spalle e la maestosità del Monte Bianco di fronte.
💫 ABC del vino
Il Prié Blanc in Valle d’Aosta viene coltivato a piede franco: vuol dire che non viene innestato. Che vuol dire che la pianta utilizza le proprie radici, non quelle di un’altra pianta - come invece accade nel 98% dei casi*.
A questo punto credo che sorgerà una prima domanda, tanto spontanea quanto lecita: perché mai dovremmo innestare una pianta sulle radici di un’altra?
Fillossera, babe, fillossera. (Reference: Adele che promuove il suo album “30” su Instagram)
Di cosa stiamo parlando? In estrema sintesi: la Fillossera è un parassita che attacca il sistema radicale e fogliare della vite, uccidendola. A partire dalla seconda metà dell’800 si manifestò in Europa, distruggendo circa l’80% dei vigneti nel continente.
Questo parassita ha a tutti gli effetti diviso la storia del vino e della vite in due periodi: il periodo prefilosserico (A) e quello postfilosserico (B).
Chi o cosa ci ha traghettato dal periodo A al periodo B?
Il problema fu risolto quando fu compreso che alcune specie americane avevano sviluppato l’immunità radicale rispetto al parassita: potevamo in poche parole prendere una vite europea e innestarla sull’apparato radicale di una vite americana; in questo modo l’eventuale attacco della Fillossera sarebbe stato neutralizzato.
Ma dunque… Come ha fatto il Prié Blanc a sfuggire alla Fillossera, e a poter crescere senza l’innesto su vite americana?
La chiave è l’altezza: il Prié Blanc è tra le viti più alte d’Europa. Viene coltivato a un’altezza tale che nemmeno la Fillossera sopravvive.
E quindi, l’altezza non è mezza bellezza, ma nel caso del nostro amico Prié Blanc è mezza salvezza. Viticoltura eroica at its finest.
*numero a caso per dare un’idea della diffusione degli innesti
🌒 Link molto belli
Un bell’approfondimento sulla relazione tra altitudine e vino, su Forbes
Per rimanere in tema pallacanestro: la storyline di come le star dell’NBA sono diventate vere e proprie wine nerd. Adoro tutto. Su Wine Enthusiast.
Che bello vedere che l’interesse verso i vini alcol-free sta aumentando: siete curiosi di sapere quale nazione se la cava piuttosto bene su questo versante ancora tutto da esplorare? Non potete perdervi questo articolo del NY Times.
Rivoluzionare il linguaggio del vino, rendendolo più inclusivo? Perché non partire dalle basi, per esempio dagli abbinamenti? Bell’approfondimento su Wine Enthusiast.
Avete presente il mito dei solfiti? Sì, proprio quello per cui sarebbe tutta loro la colpa dei vostri mal di testa il giorno dopo aver bevuto qualche bicchiere. Potrebbe davvero non essere così. Sempre su Wine Enthusiast.
HOW RAVES ARE GETTING GEN Z INTO WINE. What a time to be alive.
Chiudiamo con un bel pezzo di Intravino, che parla delle Cinque Terre: uno dei miei posti del cuore ❤️
🌍 Q&A
Avete una domanda da farmi ma non avete Substack per lasciare un commento? Vorreste un approfondimento? Oppure consigliarmi una bottiglia di vino, o una cantina da visitare?
Cosa vorreste approfondire in uno dei prossimi episodi?
Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
Se questo episodio della Guida Galattica per Enostappisti vi è piaciuto, potreste condividerlo per far conoscere il progetto ad altre persone che potrebbero essere interessate:
Se avete commenti, dubbi o domande, sapete dove trovarmi: mi fa molto piacere confrontarmi su qualunque questione possa venirvi in mente – qui tra i commenti, oppure su Instagram.
Ci sentiamo presto, ciao!
Ho apprezzato molto l'intro, così come mi piace un sacco come scrivi questa newsletter: frizzante e con un'architettura chiara che rende tutto più piacevole. Complimenti Giulia!
Complimenti per il traguardo Giulia te lo meriti 😎 Sappi anche che, hai ispirato anche noi e Raciò proverà a breve a essere uno dei pochi locali con una newsletter tutta sua 😁 D'altronde che parla ha scritto per anni di Basket su internet quindi mi pare questo il momento giusto per dirlo. E brava brava brava per il Wset ❤️