Fare schifo è un dovere morale
S3 E5 | Perché ogni tanto serve mollare tutto – tranne il calice. Vini giurassici e vini che vanno controcorrente. Scelte tanto ardite quanto azzeccate. Una quantità irresponsabile di spring rolls.
Ciao, io sono Giulia e questa è la terza stagione della Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti aiuta a unire i puntini nell’universo vino, un paio di bottiglie / canzoni / parole / vicende random / link al mese.
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🚀 Ouverture
La mia vita ha preso una piega inaspettata, 50% elettrizzante 50% terrificante:
tra due settimane volgerà al termine il mio impiego nell’agenzia di consulenza per cantine dove ho lavorato negli ultimi due anni. Proverò il brivido di riuscire a riposarmi per più di una settimana 🍾
dopo mille peripezie e incertezze, ad agosto riesco a sposarmi (!!!) e finalmente volerò in Islanda, prima meta di viaggio per cui non potrò cercare cantine e disegnare un itinerario enogastronomico. Se avete suggerimenti su cose da fare / mangiare / bere per consolarmi, vi aspetto nei commenti 🩵
Questa parentesi di oversharing per anticiparvi che nei prossimi mesi, oltre al benedetto corso di approccio al vino (sto valutando di chiamarlo davvero così) ci saranno tante novità che vi racconterò, tra una bottiglia e l’altra, se il mio intestino non cederà a tutta l’ansia che sto provando.
Adesso però parliamo di cose serie: avete mai sentito parlare di @finewinesshitfood?
È un account Instagram in cui vini molto costosi vengono abbinati a cibo meno raffinato.
Nel caso linkato qui sopra, un pregiato vino “giurassico” – tale poiché proveniente da quella regione della Francia chiamata “Jura”, celebre per vini bianchi spaziali, spesso in stile ossidativo - viene abbinato a degli spring rolls.
Segue una mappa per orientarci geograficamente. Quella linguetta verdognola al confine con la Svizzera è la regione denominata “Jura” affiancata in arancio dal dettaglio delle aree specifiche:

Ecco, l’altra sera me la sono sentita molto @finewinesshitfood, quando ho deciso di abbinare un delizioso vino bianco (da uve chardonnay) giurassico a:
tramezzini con maionese (sì, solo maionese)
patate poco fritte (e in generale poco cotte) in friggitrice ad aria
pasta con olive taggiasche e pomodori secchi del discount dietro casa
Così, perché mi andava.
Sarà che ogni tanto il regime alimentare che mi autoimpongo per l’allenamento diventa solo stress aggiunto a stress e perde ai miei occhi la propria funzione benefica, sarà che ogni tanto mi piace fare un po’ schifo: abbandonare ogni pretesa di perfezione e godermi quello che mi va, senza giudizio.
Principalmente per oppormi alla schiacciante aspettativa di un mondo - interiore, ma anche esteriore - che ci vuole sempre pettinate, sempre truccate, sempre in orario, sempre gentili, sempre disponibili, sempre taglia 38.
Sempre “perfette” secondo standard e canoni che definire giurassici (questi sì, dinosauri, non francesi come il vino) è un eufemismo.
“Fare schifo” quindi si configura come fare l’esatto opposto di quello che dovrei fare, fare schifo come ultima bandiera e ultimo baluardo di libertà e controllo, entro i confini di ciò che posso ancora direttamente controllare: il mio corpo.
Mi fa ripensare a quanto scrivevo qualche episodio fa, come se fosse una conferma per contrapposizione; oppure l’eccezione che conferma la regola: curare la propria dieta può assumere mille accezioni e sfumature di senso, pratico e figurativo.
E quindi “fare schifo” per oltrepassare i limiti, ricordandoci che, spesso e volentieri, non c’è nessun guardiano a tenerci prigionieri entro i limiti del recinto in cui ci troviamo, al di fuori di noi stessi.
🪐 Un vino per fare schifo il venerdì sera
🍾 Droppello Alto di Tenuta Fertuna | Sangiovese 100%
🦞 Momento di consumo: seratona a base di cibo cinese e serie tv, io l’ho abbinato a involtini primavera inzuppati con dovizia nella salsa agrodolce.
Quando pensi al Sangiovese cosa visualizzi? Un vino rosso. E invece, rompendo tutti gli schemi e le cose fatte perché “le abbiamo sempre fatte così” questo è un vino bianco.
🎮 Per i miei wine nerd:
Mi ha colpito particolarmente il profilo aromatico di questo vino – avendo di fronte un Sangiovese e una struttura mentale particolarmente suscettibile ai bias, nella mia testa pregustavo un loop sensoriale di ciliegia marasca. E invece BOOM: esplosione di pera con finale mandorlato. Il mio cervello ha dato error 404.
Perché vinificare in bianco un Sangiovese? Vi aspetto nell’ABC del Vino odierno.
🎷 What was that, Lorde su YouTube
☄️ Un vino per fare schifo al pranzo in famiglia
🍾 Bianco D’Alessano di Petracavallo | 100% Bianco D’Alessano
🦞 Momento di consumo: conditio sine qua non: passare a tavola tra le 3 e le 4 ore; accompagnare il vino con polpette di pane fatte in casa dalla nonna e da circa 500 grammi di pasta con olio a palate e un po’ di verdure: che ve lo dico a fa
Un’insolita veste orange per questo vino pugliese, con la macerazione che impatta il gusto con un accenno amaricante piacevolissimo, senza nascondere i tratti più caratteristici del varietale. Il tannino è quasi impercettibile, l’acidità filante: un orange da beva compulsiva, specialmente se aperto durante il pranzo in famiglia domenicale.
🎮 Per i miei wine nerd:
Giulia passione Puglia: anche questo Bianco D’Alessano è un’uva autoctona pugliese, con origine incerta. Vista la sua bassa resa produttiva, gli è sempre stata preferita la più generosa Verdeca - con cui appare spesso in blend.
🎷 i cani, felice su YouTube (come me quando bevo gli autoctoni pugliesi 🧡)
Ti va di raccontarmi di quella volta che hai fatto schifo senza rimorsi? C’entravano delle bottiglie di vino? Se ti va, ti aspetto nei commenti 👇🏻
💫 ABC del vino
Perché mai vinificare in bianco il Sangiovese?
Perché no, dico io. Ma anche:
👉🏻 Per ribaltare la prospettiva: perché “fare schifo”, inteso come opporsi a ciò che gli altri si aspettano da noi, è sempre divertente: per creare un contraddittorio, per aprire nuove strade, per fare un po’ di rumore in un panorama narrativo ancora tremendamente statico, dominato da retoriche tipo “innovazione nel rispetto della tradizione”.
👉🏻 Per testare i limiti: il Sangiovese è caratterizzato da una bella acidità (non a caso è possibile trovarlo anche in versione spumantizzata) e da una buccia sottile – caratteristiche che potrebbero facilitare una resa elegante anche in versione bianca.
Curiosa di capire le motivazioni reali - e bypassare eventuali miei preconcetti - ho posto a Tenuta Fertuna tre domande.
1) Come vi è venuto in mente di vinificare in bianco il sangiovese? Quando avete iniziato?
L’idea nasce circa 15 anni fa dell’enologo Paolo Rivella, in collaborazione con la Famiglia Meregalli. Ai tempi a Tenuta Fertuna non si avevano vigne di bianco, solo rossi. Nessuno prima di Tenuta Fertuna aveva provato a vinificare in bianco il Sangiovese, vitigno principe dei grandi rossi di Toscana.
Droppello nasce dunque come una sfida, a dimostrare le capacità pionieristiche della cantina. E il successo è stato grande. Droppello è divenuto il vino rappresentativo delle capacità sperimentative di Tenuta Fertuna e della grande qualità del lavoro sia in vigna che in cantina.
La linea Droppello (nel senso di vinificazione 100% Sangiovese) propone infatti anche la versione in Rosè e, dall’annata 2019, la bollicina Metodo Classico.
2) Ho provato l’annata 2022: che vinificazione avete effettuato?
La raccolta è precoce e la spremitura è soffice. Il mosto ottenuto viene leggermente ossidato e riposa a bassa temperatura in acciaio per alcuni giorni per amplificare l’estrazione aromatica. La fermentazione avviene a bassa temperatura con una miscela selezionata di lieviti autoctoni.
Evolve poi per 12 mesi “sur lies”. Segue l’affinamento per 6 mesi in tonneaux nuove di Allier; in legno, si susseguono varie operazioni di bâtonnage che conferiscono complessità e intensità al vino.
3) Avete mai ricevuto "critiche" o commenti scettici, visto che il sangiovese ha una storia così importante in Toscana ed è al 99% vinificato in rosso? Se sì: come avete reagito? Se no: come avreste reagito in caso di critiche?
All’inizio siamo stati tacciati di “eresia” per aver osato così tanto. Ma è un progetto in cui abbiamo sempre creduto tantissimo. Sapevamo che il Sangiovese di Maremma aveva caratteristiche tali da supportare questo tipo di vinificazione.
Dopo un’iniziale diffidenza, le critiche si sono tramutate in veri e propri apprezzamenti e la vinificazione in bianco del Sangiovese è stata proposta anche da altre cantine toscane. Tenuta Fertuna si fregia però di essere stata la prima a tentare ed a riuscirci con così ottimi risultati.
🪐 Ti sei mai chiesto come muovere i primi passi nell’esplorazione dell’universo vino senza quel tipico timore reverenziale?
Ho modellato la Guida Galattica per Enostappisti in un ciclo di serate dedicate alla scoperta del proprio gusto personale, un’introduzione al vino che non mira a formare futuri sommelier, ma bevitori coscienti: fare il primo passo e inaffiare il seme della curiosità per un approccio al vino consapevole.
🛰️ Update: incredibile ma vero, ci siamo amici. Il corso è pronto e non vedo l’ora di presentarvelo 🥹
🌒 Link molto belli
Come fanno un consumatore o un appassionato alle prime armi ad orientarsi e scegliere quale vino provare? Secondo Daniel Barbagallo, la soluzione potrebbe essere scegliere attentamente di chi fidarsi, cercare di capire quale è il suo approccio al vino e capire se vi è affine, se cerca dentro a una bottiglia le stesse cose che sperate di trovare voi. Bellissima riflessione su Intravino.
Le bottiglie conservate nel mio sottoscala non durano mai più di qualche mese. Leggere questo articolo del Wall Street Journal mi ha fatto pensare che continuerò a non aspettare il fantomatico “momento giusto”.
Le persone si accorgono finalmente del Lambrusco: meglio tardi che mai? Ma anche: ve l’avevo detto.
Vino e Vaticano nella stessa frase? Why not? Divine intervention: how does the Vatican wine market work?
Surf & Vino: molti dei terroir più vocati per la viticoltura curiosamente vedono onde ideali per il surf. Ce ne parla Club Oenologique.
L’AI distruggerà il lavoro dei Sommelier? Ragionamenti a tema su Intravino.
🌍 Q&A
Avete una domanda da farmi ma non avete Substack per lasciare un commento? Vorreste un approfondimento? Oppure consigliarmi una bottiglia di vino, o una cantina da visitare? Volete semplicemente fare due chiacchiere?
📨 Inviatemi una mail, mi fa sempre super piacere!
Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
Se questo episodio della Guida Galattica per Enostappisti vi è piaciuto, potreste condividerlo per far conoscere il progetto ad altre persone che potrebbero essere interessate:
Se avete commenti, dubbi o domande, sapete dove trovarmi: mi fa molto piacere parlare di qualunque questione possa venirvi in mente – qui tra i commenti, oppure su Instagram.
Ci sentiamo presto, ciao!
Cara Giulia, capito qui dopo la tua iscrizione a “Puntarelle” (di cui ti ringrazio tantissimo ❤️) e vedo che ti farebbero piacere consigli su cosa mangiare/vedere in Islanda. Credo di aver sentito distintamente qualcuno urlare «BENVENIUTOOO!».
Cominciamo col cibo
- se ti dovesse capitare di passare da Dalvík per un’escursione in cerca delle balene (e se solo ci ripenso piango per quello che ho visto) fermati al Gisli Eirikur Helgi Kaffihûs Bakkabrædra. È un locale bellissimo che fa menù fisso solo a pranzo: un piatto di pesce, pane alla birra, tanto burro e insalata. Anche senza chiudere gli occhi posso sentirne il sapore (e magari prova anche i dolci 😉);
- a Reykjavík ti consiglio la zuppa di aragosta (che in Islanda sono scampi giganti) del Seabaron-Sægreifinn. Indimenticabile anche questa;
- altri piatti: agnello in tutte le forme, plokkfiskur (sformato di merluzzo, formaggio e patate in mille varianti), salmerino;
- special: prova lo hákarl, lo squalo fermentato, e poi dimmi cosa ne pensi (io me ne sono innamorato). In Puntarelle n. 1 c’è il link a un reel e a un articolo a tema;
- da bere: Brennivín, acquavit aromatizzata al cumino, e birra. Occhio che in Islanda gli alcolici “veri” li trovi solo nei Vínbúðin, ovvero rivenditori autorizzati di alcolici. Al supermercato no no no.
Da vedere
Qui potrei fare una lista chilometrica. Ti lascio cosa mi ha colpito di più:
- Skógafoss, Kvernufoss e la magnifica Dettifoss – cascate che ti tolgono il fiato;
- Seyðisfjörður – paesino in cui voglio passare la pensione (se mai arriverà);
- Stuðlagil – canion di basalto bello bello bello in modo assurdo;
- La penisola di Snæfellsnes – paesaggi surreali;
- Reynisfjara – la spiaggia nera più famosa;
- La vista sulle lingue del ghiacciaio Svínafellsjökull.
A parte tutto, mi ha fatto molto piacere leggerti.😎