Io degusto da sola
S2 E11 | Siete mai stati a Borgoratto Mormorolo? Avete mai assaggiato un Pinot Grigio con uve da tre stadi di maturazione? Secondo voi Parthenope è Napoli?
Ciao, io sono Giulia e questa è la seconda stagione della Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti aiuta a unire i puntini nell’universo vino, un paio di bottiglie / canzoni / parole / vicende random / link al mese.
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🚀 Pavia - Napoli A/R
Mentre attraversavo la strada, immersa nella nebbia della ridente Pavia, ho avuto un inciampo mentale: avete presente quando un pensiero vi attraversa la mente e come un lampo accende la luce tutt’intorno?
Ero appena uscita dallo splendido cinema Politeama, dopo aver visto l’ultimo film di Sorrentino, “Parthenope” - alla menzione del porridge aveva già conquistato il mio debole cuore, ma questa è un’altra storia.
Insomma, mentre camminavo intirrizzita dal freddo e dall’umidità percepita al 99%, mi ha colpito: la chiave è la condivisione, con se stessi e con gli altri – anche quando non ce ne rendiamo conto.
Quante cose non facciamo, solo perché nessuno è disposto ad accompagnarci? Quante cose non facciamo, per timore che le persone ci giudichino, vedendoci partecipare a qualsivoglia evento, in solitudine?
Così, sapendo che sarei stata da sola per un giorno intero a Pavia, ho contattato un numero non ben precisato di cantine; solo una mi ha risposto (this is not a reality show this is my life) e dunque ho scelto la mia meta per una degustazione in solitaria: Castello di Stefanago.
☀️ Castello di Stefanago: mille sfumature di Oltrepò
Man mano che salgo su per le colline che dalla ridente Borgoratto Mormorolo portano alla località Stefanago, spero solo che non si fermi la macchina. Considerato il fatto che mi sono già persa un paio di volte e questa è l’unica cantina ad avermi risposto, non mi stupirei più di tanto.
Man mano che mi avvicino alla meta, la nebbia si dirada, lasciando posto a un timido sole e a un molto meno timido foliage – c’è un fascino nostalgico nell’autunno che probabilmente scalda il cuore solo a noi che siamo nati proprio in autunno, ma tant’è.
Parcheggio, prendo il mio fedele taccuino e mi avvio a vivere questa esperienza in solitudine: se ci penso è incredibile, ma è la prima volta che vado a fare degustazione da sola, in anni e anni di pratica.
Mi accoglie una ragazza molto gentile, che mi mostra l’impressionante portafoglio prodotti dell’azienda, suddiviso in due linee: Stefanago e Stuvenagh.
Mi spiega che in questa zona la fa da padrona il pinot nero, seguito dalla croatina; io annuisco e comprendo, ma so benissimo che sono qui oggi (e non in immersa nell’acqua bollente di una SPA qualunque del pavese) solo ed esclusivamente per il riesling.
L’Oltrepò Pavese è infatti una zona piuttosto famosa per la produzione di vini bianchi a base riesling, in un mix di interpretazioni che vanno dalla leggerezza a crescente complessità.
Il prode Jack - con il quale avrei chiacchierato volentieri anche di tatuaggi, vista tutta l’arte e l’inchiostro che aveva addosso - mi guida nella degustazione e mi fa assaggiare 12 vini, partendo dai giovani, gioiosi ancestrali, per arrivare ai rossi più borghesi e finire con i miei prediletti e tanto attesi riesling.
Ci tengo a precisare che non sono un’incosciente e ho ovviamente sputato tutto in una sputacchiera; ci tengo alla mia patente e in generale anche alla vita.
Regola aurea: per ogni calice di vino sputato, un bel bicchiere d’acqua. Ricordarsi di chiedere le indicazioni per il bagno.
Le cose che mi sono piaciute di più?
🟢 L’occhio alla sostenibilità con l’affiliazione a Vinnatur (che segue un protocollo più stringente - che detta cosa può fare o meno una cantina in vigna e in fase di trasformazione - della certificazione del Biologico, che ormai è utile quanto non averla).
💡 Il fiuto per l’innovazione: hanno piantato 15 anni fa una vigna di Bronner, che udite udite è proprio un PIWI, una varietà resistente - di cui si fa un gran parlare anche oggi. (Ricordate? Ne abbiamo parlato anche noi, in questo episodio)
🔬 La sperimentazione continua: dagli ancestrali, ai bianchi, agli orange, ai rossi spensierati, a quelli più tannici - sicuramente un modo per accaparrarsi più fette di mercato possibile, ma mi piace come approccio. Ne è un esempio il Pinot Grigio ottenuto da uve con tre stadi di maturazione differenti: precoce, piena maturazione, surmaturazione.
🪐 Un vino di Stefanago
🍾 Spumante “Cuvée” da Metodo Ancestrale, 100% Pinot Nero
🦞 Momento di consumo: festeggiare la fine dell’ennesimo governo filo-fascista, Elon Musk che va in rovina o più semplicemente un venerdì sera prima delle ferie
🎮 Per i miei wine nerd:
Al termine della sboccatura, il vino viene rabboccato con Chardonnay riserva, affinato in tonneau di acacia.
Questo vino mi ha ricordato quanto vadano a braccetto queste due varietà: uscivo proprio dall’assaggio dell’Ancestrale Rosé (100% Pinot Nero), che ha tutta un’altra beva – il Pinot Nero può essere una bestia selvaggia, me lo immagino spesso come un cinghialotto.
L’aggiunta in questo caso dello Chardonnay ha donato la giusta dose di rotondità e piacioneria per uno spumante delicato – che lascia il segno, pur accarezzando il palato.
Pensate a due signori anziani che camminano per strada a braccetto: si sostengono a vicenda, un passo alla volta, procedendo senza fretta ma senza sosta; questo vino è proprio così. Si svela pian piano ed è forte di un equilibrio comprovato – ma non banale.
☄️ Un altro vino di Stefanago
🍾 Il Riesling dell’Oltrepò Pavese “San Rocco”, annata 2013
🦞 Momento di consumo: perfetto per far ricredere il vostro amico eretico che beve solo vini rossi e pensa che i bianchi non abbiano niente da dire
🎮 Per i miei wine nerd:
Il prode Jack mi ha spiegato che, con un magheggio politico degno dei nostri migliori governi, è adesso consentito scrivere sulla retro etichetta semplicemente “riesling”, senza specificare se si tratti di riesling “italico” o riesling “renano”.
Solo che ce ne corre, signora mia. Le capriole nello spazio e nel tempo che fa il riesling renano, l’italico se le sogna. L’espressività, il carattere, il potenziale d’invecchiamento. Ovviamente non possiamo aspirare ai picchi qualitativi di certe zone della Germania, però c’è comunque una bella differenza.
Questo riesling - l’ultima annata prodotta con tappo in sughero - è ancora vivo e vibrante grazie all’acidità che sfida gli anni, ma ovviamente gioca molto sui toni dell’ossidazione ed è ammorbidito nei suoi spigoli da note più calde.
🎷 A1, It’s just a burning memory, The Caretaker Spotify | YouTube
Così la sera, una volta uscita dal cinema, sulla strada di ritorno verso la macchina - immersa nella nebbia - ho pensato che è proprio bello degustare da soli, dedicarsi del tempo, sentirsi riempiti e sazi nonostante l’aver sputato tutto; ed è altrettanto bello pensare di fare cose da soli per scoprire una dimensione di partecipazione condivisa che va al di là della nostra individuale percezione. Scoprire che la compartecipazione trascende e travalica i nostri intenti.
Come la signora che, al termine della proiezione di Parthenope, mi ha guardato negli occhi e mi ha chiesto se mi fosse piaciuto il film, cosa ne pensassi, se secondo me Parthenope fosse davvero un omaggio a Napoli.
Come se a tutti gli effetti, al cinema, ci fossimo andate insieme.
💫 ABC del vino
Come funziona il Metodo Ancestrale?
La produzione dei vini con Metodo Ancestrale prevede una sola fermentazione - a differenza del Metodo Classico, o del Metodo Martinotti. L’andamento della fermentazione è influenzato dalle temperature.
Ecco gli step fondamentali del processo:
🍇 Fermentazione spontanea, ovvero senza l’inoculo di lieviti selezionati: vengono utilizzati - per far partire la fermentazione - i lieviti indigeni che si trovano sui grappoli dell’uva.
❄️ Letargo, ovvero: la temperatura viene abbassata in modo tale da inibire i lieviti e interrompere la fermentazione: a questo punto abbiamo un residuo zuccherino sempre piuttosto consistente.
🌸 Tradizione vuole che si aspetti l’arrivo della primavera e l’innalzarsi delle temperatura per l’imbottigliamento: la fermentazione a questo punto riparte, i lieviti si destano dal loro sonno e finiscono di trasformare lo zucchero (tutto o in parte) in anidride carbonica e alcool.
🪐 Ti sei mai chiesto come muovere i primi passi nell’esplorazione dell’universo vino senza quel timore reverenziale che tipicamente lo accompagna?
Sto modellando la Guida Galattica per Enostappisti in un ciclo di serate dedicate alla scoperta del proprio gusto personale, un’introduzione al vino che non mira a formare futuri sommelier, ma bevitori coscienti: fare il primo passo e inaffiare il seme della curiosità per un approccio al vino consapevole.
🛰️ Update: ho definito i contenuti di tutte le serate del corso 🥹 È giunto il momento di dare il tormento a chiunque per avere opinioni in merito, e costruire gli ambienti in cui avrà luogo il corso. E poi sarà la volta del contatto dei ristoranti. La modalità principale sarà quella online, ma non escluderei a priori anche una versione in presenza (magari meno frequentemente della versione online).
(Forse adesso posso smettere di svegliarmi alle 5:30 ogni santo giorno)
👉🏻 Ti andrebbe di darmi qualche consiglio o spunto per costruire questo ciclo di serate? Puoi farlo in 2 minuti (giuro) compilando il questionario che trovi aprendo questo link.
🌒 Link molto belli
Ho avuto il piacere di conoscere il progetto “Vite. Storie di vino e di donne”. Un bellissimo spazio virtuale, curato da Vera Prada e Agnes Antal, in cui si raccontano le storie delle artigiane del vino: donne determinate a dire la loro, dentro e fuori bottiglie di loro produzione. All’interno del progetto editoriale “Talea”, è uscita da poco un’intervista alla sottoscritta, che potete leggere qui, in cui si parla ovviamente di vino, un po’ di me, e del dietro le quinte di questa newsletter. Per saperne di più, vi consiglio di iscrivervi alla newsletter, oppure di seguire il progetto su Instagram.
L’antenata italiana delle food blogger: la Petronilla, pseudonimo di Amalia Moretti Foggia che consigliava cosa bere alle sue “amichette” sul Corriere della Sera, a cavallo tra gli anni ‘30 e ‘40 del 900. Articolo delizioso su Intravino.
Filone Clima & vino - La siccità ha diminuito del 20% la produzione di uva da vino in Sicilia. Sul Post.
Sempre filone Clima & vino - Quest’anno la vendemmia è cominciata prima. Anche questo sul Post.
Per la serie speravo di morire prima, siamo tornati nel Trumpocene. Che succederà al mondo del vino, specialmente a causa del probabile dazio sulle importazioni? Italian Wine Drunkposting su Medium.
I gggiovani pensano che i vini nei ristoranti siano presentati in maniera
penosapoco attraente. Come dare loro torto? Su Wine Industry Advisor.
🌍 Q&A
Avete una domanda da farmi ma non avete Substack per lasciare un commento? Vorreste un approfondimento? Oppure consigliarmi una bottiglia di vino, o una cantina da visitare? Volete semplicemente fare due chiacchiere?
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Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
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Ci sentiamo presto, ciao!
Sempre al top. Postilla: potevi dire ai ragazzi che un tempo a Pisa c'era un ragazzo marchigiano che ha venduto ettolitri di Sbarbatello, uno dei vini del corazon. 🤣 Comunque come tante altre esperienze, anche degustare da soli è sicuramente più completa. Per me per esempio è impossibile e insostenibile andare in un museo accompagnato. 😊