Ciao, io sono Giulia e questa è la seconda stagione della Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti aiuta a unire i puntini nell’universo vino, un paio di bottiglie / canzoni / parole / link al mese.
🚀 Di cosa parliamo quando parliamo di PIWI
Da un paio d’anni mi reco in palestra tutte le mattine per la mia oretta di CrossFit più o meno intensa: a volte ho voglia di spaccare il mondo, altre volte vorrei solo rimanere a letto per sempre.
Qualunque sia il mio umore quando suona la sveglia alle 6:15, ogni santa mattina mi alzo, mi cambio e vado.
Questa mattina sarei rimasta volentieri a letto, eppure mi sono armata del mantra “vabbè mal che vada carico poco il bilanciere”, sono montata in macchina e sono andata in palestra.
Ebbene, questa mattina, dopo anni di tentativi falliti e tonnellate di frustrazione, ho imbroccato per la primissima volta un double under, davanti agli occhi increduli degli astanti.
La gioia che ho provato è stata molto intensa, non la provavo da tanto; è stato un po’ come se all’improvviso anni di imprecazioni venissero spazzati via da un singolo attimo - il tempo che effettivamente impieghiamo a fare un double under - che mi ha ripagato di tutti gli sforzi e i litri di sudore versati.
(Ieri sera mi ero concessa uno strappo alla regola della mia dieta, versandomi qualche calice di vino: coincidenze? Io non credo).
Comunque, tutto questo per dire che sto facendo una fatica immensa a sedermi e trovare la forza di scrivere ultimamente. Eppure eccomi qua: non so quale possa essere l’equivalente di riuscire a fare un double-under nello scrivere newsletter, ma magari arriverà. E quando arriverà, lo riconoscerò.
E quindi, rullo di tamburi: episodio rovente di luglio!
Luglio col caldo che ti voglio: non a caso luglio fa assonanza con buio, quello stesso buio dal quale scrivo e in cui sopravvivo a stento da circa un mese, quando le temperature hanno cominciato a essere insostenibili.
Citando il post qui sopra, condiviso da Gianluca Morino su Instagram: I dati preliminari delle rianalisi ERA5 di Copernicus ci dicono che il 22 luglio 2024 potrebbe essere stato il giorno più caldo mai registrato a livello globale.
Questa intro a metà tra il raggiante e l’apocalittico cade a fagiuolo, data la mia inguaribile natura di drama queen e dato l’argomento che vi propino quest’oggi: i PIWI, che non sono in alcun modo imparentati con i kiwi.
È innegabile che il cambiamento climatico cambierà stia cambiando il volto dell’agricoltura per come la intendevamo ieri: la viticoltura ahimè non è esclusa da questo stravolgimento.
E, dato che il cambiamento climatico non può essere arrestato, in viticoltura ci stiamo attrezzando, praticamente e concettualmente, per gettare le basi del vino del futuro.
Tra vari esperimenti, aggiustamenti, introduzioni tecnologiche di monitoraggio e ottimizzazione in vigna, preghiere a varie divinità, in alcuni casi ci sono anche loro: i PIWI.
Ho chiesto all’AI di provare a riassumere cosa sono i PIWI, in parole semplici. Riporto la risposta:
I PIWI sono varietà di vite ibride, sviluppate per essere resistenti ai funghi e meno dipendenti da trattamenti chimici. In un contesto di cambiamento climatico, i PIWI si stanno affermando come un’alternativa sostenibile alle varietà tradizionali.
Mettiamo in fila tre informazioni chiave:
I PIWI sono ibridi: nascono dall’incrocio tra varietà europee e varietà americane o asiatiche.
I PIWI hanno bisogno di un numero minore di trattamenti chimici
I PIWI sono molto resistenti alle malattie fungine
Dunque, iniziamo.
☄️ Un PIWI online
Purtroppo, amici miei, i PIWI al supermercato non ci sono – prima che arrivino sugli scaffali, passerà un po’ di tempo. Quindi oggi facciamo che vi consiglio solo un vino, PIWI, da acquistare online.
🍷 Il PIWI del mese è di Thomas Niedermayr | Souvignier gris 100%
🍔 In abbinamento a una piadina o delle friselle condite con verdure: qualunque cosa ma che sia fresca, se accendete il forno in estate per me siete eroi
🎮 Per i miei wine nerd:
In un primo momento pensavamo che fosse un incrocio tra Cabernet Sauvignon e Bronner, invece, il Souvignier gris è nato dall’incrocio tra Seyval e Zähringer, in Germania.
In Italia il Souvignier gris viene coltivato principalmente in Trentino Alto Adige, proprio come nel caso del vino che vi suggerisco di provare oggi, prodotto da Thomas Niedermayr.
Perché provarlo? Intanto per saggiarne il livello qualitativo, che in generale, quando parliamo di PIWI, è in costante ascesa.
Lo dico e lo sottoscrivo, perché i PIWI vengono spesso bistrattati e considerati vini di serie B, specialmente dai guru del settore. La triste verità è che il cambiamento è scomodo e spaventa, quindi cerchiamo di rimandarlo il più possibile.
A me è capitato di provare un Solaris olandese che purtroppo zoppicava parecchio, sotto tanti punti di vista, ma non per questo generalizzo. Questo Souvignier Gris di Thomas Niedermayr mi ha sorpreso. E così gli dedico una delle mie canzoni del cuore.
🎷 Romeo and Juliet, Dire Straits Spotify | YouTube | Apple Music | Amazon Music
La più bella canzone d’amore che conosco, dedicata ai PIWI che, a modo loro, possono essere considerati una dichiarazione d’amore al vino, specialmente al vino che verrà. Perché rappresentano - che ci piaccia o meno - una specie di garanzia di sopravvivenza, per il liquido che tanto amiamo.
Come una ventata di fresco inaspettata nell’arsura, come un bicchiere di limonata ghiacciato a stemperare - anche solo per un attimo - l'abbraccio del sole cocente di mezzogiorno. Una freschezza tanto insperata quanto salvifica.
When are you gonna realize? It was just that the time was wrong, Juliet…
🛒 Dove acquistarlo? Io l’ho comprato su Callmewine, ma ahimè è out of stock. Se siete curiosi, in alternativa c’è questo sito specializzato in vini del Trentino Alto Adige.
💫 ABC del vino
Ma quindi, cosa sono i PIWI?
Abbiamo detto in apertura che i PIWI si ottengono tramite il processo di ibridazione, solitamente a partire da una varietà di uva appartenente alla specie europea vitis vinifera e un’uva appartenente a un’altra specie, americana o asiatica.
In cosa consiste questo processo?
Detta in breve e molto semplicemente: la parte femminile di una vite x viene impollinata con il polline della parte maschile di una vite y. Il fiore impollinato darà poi vita a un grappolo, i cui acini conterrano semi.
Ecco, se noi piantiamo uno di questi semi e da questo seme nasce, cresce e corre una pianta, questa sarà a tutti gli effetti una nuova varietà di vite - e il proprio patrimonio genetico sarà diverso da quello dei “genitori”.
Cosa rende i PIWI rilevanti in questo momento storico?
Grazie al cambiamento climatico e e stagioni ormai imprevedibili, il controllo sulle malattie fungine e sugli attacchi parassitari nei nostri vigneti è sempre più complesso, fallace, con risultati a volte disastrosi.
Per proprie caratteristiche - derivanti da un’attenta strategia in fase di scelta rispetto a quali varietà incrociare - i PIWI sono caratterizzati da una grande resistenza alle malattie fungine, come oidio e peronospora.
In ultimo, non per importanza, i PIWI hanno meno bisogno di trattamenti chimici: va da sé che la loro coltivazione sia più sostenibile. E sostenibile è bello.
🌒 Link molto belli
All’Oktober Fest faranno un tentativo con le birre analcoliche. Curiosa di vedere come verrà accolta la novità.
Avete presente il DOODOOOM che vi accoglie quando aprite Netflix? Quell’inconfondibile suono che riconoscereste tra milioni e che assocerete per tutta la vita alla piattaforma di streaming? Sta lavorando in questa direzione anche la Leffe, con il sonic branding. Sì, avete capito bene, Leffe, quelli della birra.
Il Tavernello comunque non ne sbaglia una. In termini di marketing, sia chiaro.
Gastronomika ci racconta del primo tappo “circolare”: il tappo prodotto dalle plastiche recuperate in mare.
La cantina Gut Oggau ha le proprie etichette esposte alla mostra “Design & Wine” al Museum of Modern Art di San Francisco. La loro particolarità? Ciascuna riporta un viso, rappresentativo del vino contenuto all’interno della bottiglia. Geniale.
🌍 Q&A
Avete una domanda da farmi ma non avete Substack per lasciare un commento? Vorreste un approfondimento? Oppure consigliarmi una bottiglia di vino, o una cantina da visitare?
Cosa vorreste approfondire in uno dei prossimi episodi?
Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
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Se avete commenti, dubbi o domande, sapete dove trovarmi: mi fa molto piacere confrontarmi su qualunque questione possa venirvi in mente – qui tra i commenti, su Instagram.
Ci sentiamo presto, ciao!
Ottima come sempre ❤️
Splendida come sempre. Il sonic branding di Leffe è una cosa bellissima, che diventa anche uno strumento di accessibilità per le persone cieche.