Lo spauracchio del millennio: il vino dealcolato
S2 E8 | E le aspettative che ci fregano sempre
Ciao, io sono Giulia e questa è la seconda stagione della Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti aiuta a unire i puntini nell’universo vino, un paio di bottiglie / canzoni / parole / vicende random / link al mese.
🚀 Come una qualunque gazzella nella savana
Poche cose aizzano il popolo e alimentano quella rabbietta fuori controllo da bava alla bocca, come il mancato rispetto della sacrosanta tradizione: mi vengono in mente gli astemi, i vegani, tutti coloro che non fanno la carbonara con il guanciale.
Ci ho pensato anche l’altro giorno, quando mi sono imbattuta in questo post del sempre brillante Prof. Michele Antonio Fino (@ermezio) su Instagram, che vi invito a sfogliare prima di proseguire con la lettura:
Ogni mattina un essere senziente coinvolto in qualsivoglia modo nel settore vino si alza e sa che dovrà correre più veloce dell’ultima castroneria di Coldiretti. Come una qualunque gazzella nella savana.
Nel carosello il professore spiega con semplicità un fatto fondamentale, che sembra sfuggire ai più, quando si parla di vino dealcolato e di vino in generale: il vino non è tale in quanto alcolico, ma in quanto prodotto della fermentazione alcolica di uva.
Dato che il vino dealcolato subisce la fermentazione, può essere chiamato a tutti gli effetti vino. È un vino cui l’alcol viene sottratto. Ed è vino proprio come è vino il vino liquoroso (prodotto con aggiunta di alcol). Oppure il vino aromatizzato (prodotto con aggiunta di erbe o spezie).
Ho bevuto proprio del vino dealcolato durante una cena in famiglia qualche settimana fa: i commensali non si sono ovviamente accorti del fatto che stessero bevendo vino privo di alcol. Questo fatto mi ha sorpreso fino a un certo punto.
Per un palato più smaliziato la differenza è evidente, a livello tattile: se è vero che questa tipologia di bevanda può essere chiamata vino, è altrettanto innegabile che possa risultare molto lontana dalla nostra idea di vino.
A posteriori ho riflettuto molto sulle mie considerazioni iniziali e sul mio approccio a questa esperienza.
Quindi com’è andata? Parliamone.
🪐 Vino dealcolato # 1
🍾 Il vino dealcolato #1 è il Riesling ZERO “Steinbock” di Hofstatter | Riesling 100%
🦞 Occasione ideale: per quell’aperitivo dagli amici che stanno fuori città, per godersi un momento conviviale senza preoccupazioni.
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🎮 Per i miei wine nerd:
Il Riesling con cui viene prodotto questo vino viene coltivato in Germania, in una zona decisamente vocata alla produzione di questo varietale, la famosa Mosella.
Il processo di dealcolizzazione vede protagonista un Riesling definito Kabinett: non si tratta di un particolare tipo di Riesling, ma di un’indicazione stilistica tedesca.
All’interno della classificazione Prädikatsweine, i vini vengono classificati a seconda del livello di zucchero nel mosto (aka Prädikat). Vengono utilizzati i seguenti termini, a indicare livelli di zucchero crescente:
Kabinett indica un vino leggero, con basse gradazioni alcoliche: può raggiungere un massimo di 12% ABV nella versione secca.
Spätlese indica un vino simile ai Kabinett, ma da vendemmia tardiva, quindi tendenzialmente più corposo e alcolico.
Auslese indica i vini prodotti da uve selezionate, surmature, conseguentemente molto più corposi e alcolici di Kabinett e Spätlese.
Beerenauslese & Trockenbeerenauslese infine, sono utilizzati per vini che spesso vengono prodotti da uve attaccate da muffa nobile, che presentano una concentrazione di zuccheri ancora maggiore e quindi: vini molto corposi e sempre dolci.
💡 Meno zucchero ho nel mosto di partenza, meno alcool potenziale ho nel vino finale.
E quindi, cosa ne pensiamo di questo Riesling dealcolato?
Io amo il Riesling con la stessa intensità con cui odio il Gewurztraminer: devo dire che questo vino del Riesling aveva poco o nulla, secondo me.
Piacevole, leggero, ma al limite della mancanza di consistenza.
Vorrei sottolineare che non sto in alcun modo generalizzando: questo vino dealcolato nello specifico non ha lasciato particolarmente il segno, in un primo momento.
L’illuminazione è arrivata con il vino numero #2 👇🏻
☄️ Vino dealcolato # 2
🍾 Il vino dealcolato #2 è il Riesling Sparkling ZERO “Steinbock” di Hofstatter | Riesling 100%
🦞 Occasione ideale: da proporre in tutte le occasioni conviviali in cui abbiamo bisogno di un’attenzione in più. Io sicuramente lo riproporrò per Natale, per far brindare anche le mie nonne insieme a tutta la famiglia.
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🎮 Per i miei wine nerd:
Avete mai assaggiato un sidro? Devo dire che lo ricordava moltissimo. Infatti il mio cervello ha fatto nuovamente cortocircuito dopo il primo sorso.
Sì, lo ammetto, anche dopo un sorso dello spumante il cervello ha fatto “crack”: ho subito pensato questo non è vino. Chissà poi cosa pensavo di trovarmi davanti? La complessità di uno Champagne Vintage?
In definitiva sono sempre le aspettative che ci fregano.
Ripensandoci a posteriori, questo vino (come l’altro dealcolato) è figlio del suo tempo: snello, leggiadro, disimpegnato.
Perfetto da solo, oppure nel contesto profano di un cocktail. Non richiede particolari riflessioni, solo di essere servito alla temperatura giusta, possibilmente in compagnia.
Quando vediamo le cose per quello che sono, dimenticando ciò che vorremmo che fossero, è più facile apprezzarne l’essenza.
E, di conseguenza, capirle.
🎷 Fleetwood Mac, Albatross Spotify | YouTube | Apple Music
Sorso dopo sorso, questi peculiari Riesling mi hanno fatto pensare al volo di un gabbiano che si perde all’orizzonte, rincorrendo l’ultima luce del giorno: così libero e leggero da portarti a pensare che volare non gli comporti alcuno sforzo, la silhouette così sfumata nel contrasto che a tratti sembra divenire un tutt’uno con il proprio intorno, con il cielo, con il mare, con questa chitarra che suona solitaria nelle mie cuffie, con tutti questi pensieri che tanto tornano sempre là.
💫 ABC del vino
Dato che non contengono alcol, potremmo pensare che i vini dealcolati non subiscano la cosiddetta fermentazione alcolica. Tuttavia, come detto in apertura di questo episodio, non è così: semplicemente, l’alcol viene in un primo momento prodotto e in un secondo momento sottratto.
Ok, ma come?
L’idea alla base del procedimento utilizzato da Hofstatter è spiegato nel post Instagram del Prof. Fino: alcol e acqua (principali componenti del vino) hanno temperature di ebollizione diverse. Più alta per l’acqua, più bassa per il vino.
La cantina di Hofstatter utilizza un procedimento di distillazione sottovuoto, che prevede una riduzione della pressione atmosferica a 15 mbar con conseguente abbassamento del punto di ebollizione dell’alcool, da 78°C a 25-30°C.
In questo modo l’alcol evapora più facilmente ed è possibile raggiungere una gradazione alcolica inferiore allo 0,25% - conservando, TEORICAMENTE, le tipiche caratteristiche organolettiche del vino.
La mia personale esplorazione è appena cominciata: se vi piacerebbe che parlassi più spesso di vini dealcolati, fatemelo sapere nel sondaggio in coda all’episodio! 👇🏻
🌒 Link molto belli
Troppo Prosecco a eventi cui è impossibile dire di no? Questo sindaco porta letteralmente tutto il Paese a passeggio.
Ricordate quando nello scorso episodio vi dicevo che i PIWI sono ancora lontani dagli scaffali dei supermercati? Forse non così tanto. Tesco, supermercato del Regno Unito, ha messo in vendita un vino da uve Floreal, un PIWI!
Non sono mai stata così contenta di non aver mai utilizzato il social cinese più famoso nel mondo occidentale: sarà possibile fare pubblicità con alcolici su TikTok.
Su Forbes, Cristina Mercuri parla di vino dealcolato, spiegando brevemente opportunità e difficoltà per le cantine italiane.
Let’s make wine fun again! Sì, ma come? Su Wine Searcher.
Mappare il conosciuto per esplorare il possibile futuro del vino. Un bell’articolo su Intravino.
🌍 Q&A
Avete una domanda da farmi ma non avete Substack per lasciare un commento? Vorreste un approfondimento? Oppure consigliarmi una bottiglia di vino, o una cantina da visitare?
Cosa vorreste approfondire in uno dei prossimi episodi?
Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
Se questo episodio della Guida Galattica per Enostappisti vi è piaciuto, potreste condividerlo per far conoscere il progetto ad altre persone che potrebbero essere interessate:
Se avete commenti, dubbi o domande, sapete dove trovarmi: mi fa molto piacere parlare di qualunque questione possa venirvi in mente – qui tra i commenti, oppure su Instagram.
Ci sentiamo presto, ciao!
Approfondimento giusto e doveroso. Proprio questa sera a Raciò ho avuto mia nipote ed altri tre amici diciassetteni: non bevono e non sono assolutamente interessati agli alcolici. Ovviamente essendo minorenni non ne ho proposti ma, essendo la prima volta che mia nipote veniva con amici a salutarmi al locale, mi sono intrattenuto chiedendo un parere ai diretti interessati. Sto approfondendo molto la questione dei vini dealcolati e, ancor più, tutta la branchia dei "proxy", che vede prodotti secondo me davvero interessanti. Contrariamente a molti colleghi refrattari sto pensando di inserire qualche bevanda di questo tipo in carta perché: 1. Non voglio sentirmi troppo boomer 😁 2. Commercialmente parlando è bene capire che i consumi in genere stanno mutando radicalmente. 3. Veniamo da una gravidanza quindi proporre qualcosa che possa ricordare il vino o, socialmente, garantire una beva similare anche a chi non beve Alcolici per i motivi più disparati è cosa buona e giusta. PS. Scusa la lunghezza del commento ma l' argomento mi sta prendendo molto ultimamente 😁❤️