Ciao, io sono Giulia e questa è la Guida Galattica per Enostappisti: la newsletter che ti racconta e consiglia bottiglie di vino a cadenza tendenzialmente mensile.
🚀 Make love, not war
Ho iniziato un corso sulla degustazione della birra e mi sto divertendo parecchio.
Barcamenandomi tra birre lager e birre ale mi sono ritrovata spesso a pensare a quanto sia buffa l’eterna rivalità tra birra e vino: quell’inimicizia per cui a volte sembra che la passione per una bevanda escluda la possibilità di apprezzare anche l’altra.
Vino e birra hanno storie antichissime, che si intersecano dall’alba dei tempi: già ai tempi dell’impero romano i soldati, mentre andavano in giro a conquistare i territori che avrebbero un giorno costituito l’Europa, si portavano appresso barbatelle (tralci di viti adulte) da piantare, per creare nuovi vigneti.
Come potete probabilmente immaginare però, già ai tempi, nel Nord Europa la bevanda più diffusa era la birra.
Ecco, parlando di rivalità o inimicizie, Giulio Cesare, a proposito dei Nervi (la più potente tribù della Gallia Belgica) nel De Bello Gallico scriveva che questi non permettevano che si introducessero vino o altri prodotti di lusso, perché ritenevano che indebolissero gli animi e diminuissero la loro forza.
Curioso, vero?
Così oggi vi consiglio una bottiglia in più, che per me rappresenta l’incontro tra questi due mondi che per tanto tempo (e a volte tutt’ora) sono sembrati inconciliabili, un compromesso gastro-storico, calumet della pace.
Avete mai sentito parlare di IGA? È l’acronimo di Italian Grape Ale: una categoria di birra prodotta a partire da mosto addizionato con uva o mosto d’uva. In parole povere, un ponte tra birra e vino, un esperimento (riuscito) che punta all’arricchimento tramite la somma delle caratteristiche delle parti in gioco.
Se avete voglia di sperimentare, vi consiglio di provare la Û Baccabianca di Ca’ del Brado, oppure la Madra di Birra dell’Eremo.
Solo un avvertimento: sono birre dal sapore molto deciso, che vira verso l’acidulo.
☮️
🛸 Stacchetto pubblicitario
Dieci secondi di spot pubblicitario, in cui vi ricordo l’esistenza delle mie selezioni su Bacco Minore: tramite i miei link potete acquistare i vini con un 10% di sconto, pari alla mia commissione.
Shiny happy people: tre bianchi pop che parlano di spensieratezza e aperitivi in terrazza
Pink is punk: tre rosé per farvi ricredere e innamorare della categoria
A little party never killed nobody: sei vini misto bianchi-rossi-frizzanti per le cene con gli amici o con chi volete; oppure semplicemente per fare scorta ✨
Sparkling Forever: quattro vini misti spumante / prosecco, perché è sempre l’ora di un calice di bollicine
Light Reds Up: dimentica in frigo questi rossi per un'oretta prima di aprirli e lasciati stupire dalla piacevolezza della loro veste leggiadra.
👉🏻 Ovviamente se voleste una selezione ad hoc per un’occasione speciale o qualunque altra evenienza, non dovreste far altro che mandarmi un DM con le vostre esigenze: al resto ci penserò io!
🪐 Un paio di bottiglie al supermercato
Questo mese ho perlustrato la Coop e il mio radar mi ha fatto restare in Toscana.
I primi freddi chiamano cene in casa con amici, cine-forum improvvisati sul divano, insomma, serate rilassanti lontano dalla pioggia o da pub sovraffollati.
🛒 Questo Vermentino di Vallorsi è fresco e agrumato, potrebbe essere il compagno perfetto di una bella carbonara, sia tradizionale che nella versione veg (con seitan o zucchine).
Un classicone dalle verdi colline del Chianti Classico.
🛒 Questo rosso corposo dal tannino elegante va a nozze con una tagliata, ma non disdegna una pasta gorgonzola e noci, oppure un ragù di seitan.
☄️ Un paio di bottiglie online
Questo mese vi parlo di uno dei miei macerati del cuore e di una piacevole sorpresa.
🍇 La Valle d’Aosta è un luogo magico, protetto da montagne altissime che da un lato intimoriscono e dall’altro rassicurano. Con qualche appezzamento sparso in vari comuni, ma soprattutto con tenacia e forza d’animo ha iniziato a lavorare Elisabetta Sedda, fondando Vini Vintage ormai qualche anno fa.
Tacsum (100% Moscato Bianco) è luce liquida: un tripudio luminoso di frutta e fiori, con un palato pieno e rotondo, tannini gentili, senza dimenticare una bella freschezza.
In cucina è versatile: un tagliere di salumi e/o formaggi, una pappa al pomodoro (volendo con una goduriosa aggiunta di burrata), una lasagna vegetariana.
Elisabetta produce pochissime bottiglie, vendute in due-tre sessioni durante l’anno: ogni annata non è mai uguale alla precedente.
Potete acquistare i suoi vini sull’e-commerce della cantina.
🍇 In una delle enoteche che frequento più spesso, un giorno mi hanno parlato di questo vino rosato che “sa di mare”. Parlavano del rosato Occhio di Sale (Nero d’Avola 70%, Nerello Mascalese 10%, Inzolia 20%) di Giuseppe Cipolla, prodotto nella sua cantina Passofonduto.
Non si apre immediatamente: con la calma e la quiete di un anziano dalla pelle ormai bronzea e gli occhi semichiusi, seduto placido sul bagnasciuga, svela lentamente note di arancia rossa e pompelmo; al palato è pieno e fresco, come un’onda spicca una sapidità notevole: veramente un tuffo in mare.
In cucina? Ovviamente pesce, nelle vesti ad esempio di una grigliata mista. Oppure gnocchi alla sorrentina, pasta alla Norma, arancini.
Quella di Passofonduto è una realtà da approfondire, intanto vi lascio il link all’e-commerce della cantina, dove potete acquistare Occhio di Sale e tutti gli altri vini.
💫 ABC del vino
Piccolo reminder: nei precedenti episodi abbiamo parlato di tannicità, freschezza, morbidezza, sapidità e corpo (o struttura): termini fondamentali per iniziare a districarsi nel mondo delle conversazioni attorno al vino.
Abbiamo poi parlato del riconoscimento degli aromi e di quanto sia in realtà tutta una questione di pratica, di ricerca e di divertimento: altrimenti è meglio lasciar perdere.
Se siete interessati ad approfondire, dovete sapere innanzitutto che i sommelier, o gli esperti, sanno cosa cercare in ogni vino che degustano. Fanno riferimento a una mappa mentale e sanno ricondurre un tipo di vino a un ventaglio di aromi precisi:
Adesso sembra tutto meno magico o inaccessibile, vero?
A tutti quelli che si approcciano al vino con curiosità dico sempre: iniziate ad annusare tutto ciò che vi capita a tiro. Mentre cucinate, mentre sistemate la spesa, la prossima volta che condite l’insalata con un filo d’olio, o tritate del pepe in padella. Soffermatevi sugli odori. Della frutta, della verdura, delle spezie, t u t t o.
È tutta questione di pratica. Un passo, un odore, un vino alla volta.
🌒 Link molto belli
Wine News ci racconta una bella storia di resistenza tutta iraniana contro il regime di Teheran.
Esistono persone che comprano il vino… e non lo bevono. Incredibile, vero? Scherzi a parte, l’interesse nel vino come prodotto da collezione o come investimento sta crescendo a dismisura. Vi segnalo una riflessione sul vino come status symbol.
Siete stanchi del tartufo? Io no. Tra poco riparte la stagione, Triple A ci racconta un po’ di abbinamenti da provare.
La rinascita del vino ucraino, nonostante la guerra: ce la racconta The Buyer.
Chiudiamo con un’amara verità: nel mondo produciamo troppo vino e non riusciamo a consumarlo tutto. Ce ne parla Tommaso Ciuffoletti, su Intravino.
🌌 Vino & Arte
Oggi torniamo alle origini, con una canzone:
Stappate una bottiglia e preparatevi un aperitivo con Elton John che canta:
I get juiced on Mateus
and just hang loose 🎶
Avete mai sentito parlare del vino rosato Mateus? Questa foto non vi dice niente?
Oltre a essere il vino preferito dei miei genitori quando avevano più o meno la mia età, della Regina Elisabetta, di Jimi Hendrix e di Saddam Hussein, è un caso studio di marketing eccezionale: per la bottiglia, per quel rosa così provocante, per il gusto inimitabile (per fortuna 🥶), per il fatto che ha surfato sulle onde del ‘900 e nel 1978 ne sono state vendute 42 milioni di bottiglie (costituendo da solo il 40% dell’export di vino portoghese). Ah già, è pure un vino portoghese!
Curious much? Vi lascio un articolo per approfondire.
Per questo mese è tutto: grazie mille per avermi dedicato del tempo.
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Se avete commenti, dubbi o domande, sapete dove trovarmi: mi fa molto piacere confrontarmi su qualunque questione possa venirvi in mente – qui tra i commenti, oppure su Instagram.
Ci sentiamo presto, ciao!
Che spettacolo Ste! Grazie mille della segnalazione! Tra l’altro il corso sulla birra lo sto facendo proprio alla Torre, domenica sento cos’hanno della linea Nature e provo qualcosa! 🍻
Le IGA sono uno dei miei momenti di scoperta più felici degli ultimi anni. Un suggerimento che viene dalle mie zone ed è facilmente reperibile a Pisa alla Torre del Luppolo: la linea Nature di Opperbacco. Mosti di Emidio Pepe, Podere San Biagio, Terravita, Caprera. Una linea spettacolare.
Sempre ottima Giuliana🥂